Comunque mosso

Dal Paesaggio al Reportage, il Linguaggio e la Calligrafia del Movimento in Fotografia
Il luogo in cui nella maggior parte dei casi finiscono le fotografie mosse è il cestino della spazzatura, perché normalmente sono considerate un errore. Le immagini deliberatamente mosse invece hanno spesso migliore fortuna in quanto possono rendere più evidenti certe particolarità dei soggetti ripresi e per questo riescono a trasmettere meglio un’ emozione. Il mosso dei soggetti in movimento, e anche quello dei soggetti immobili, può dare quel brivido in più che aumenta l’impatto visivo di una scena, soprattutto nel colore. Anziché fermare il soggetto con una esposizione veloce, il suo movimento può essere seguito con un tempo di scatto più lento, e se il soggetto non si muove si può sempre muovere la macchina. Il controllo dell’intensità e delle sfumature di questo effetto si deve adattare alle differenti situazioni di ripresa fino ad ottenere immagini vibranti ai limiti dell’impressionismo e del futurismo.Ogni scatto è unico e irripetibile poiché è praticamente impossibile farne due uguali: si ritorna in un certo senso agli inizi, quando per vedere come era venuta un’immagine dovevamo aspettare il suo ritorno dal laboratorio. Certo c’è sempre il rischio che la perseveranza porti allo stabilire certe regole per ottenere determinati risultati e quindi alle ripetizioni di genere e al déjà vu: come ebbe a dire Ernst Haas, il maestro del movimento, “le formule sono la morte di tutto”. Ma le persone veramente creative sanno benissimo che le regole esistono anche per essere infrante, ed è proprio da queste contravvenzioni che scaturiscono i risultati più sorprendenti.

L’Arte del vedere

Il Workshop
Il restauro della visione è un training indispensabile per eliminare i preconcetti e gli stereotipi che banalizzano il nostro modo di vedere, impoveriscono il nostro bagaglio immaginario e bloccano le nostre potenzialità espressive. Serve a rendere più fresca e più agile la nostra capacità di percezione.

Normalmente il corso ha una durata di tre mesi con incontri settimanali (12 incontri con quattro uscite per le riprese), allo scopo di rendere più fruttuoso e digeribile il suo effetto, ma può anche essere concentrato in uno stage intensivo di una settimana, una vera e propria terapia d’urto, in cui si deve avere il coraggio di mettere in discussione anche sé stessi.

Il primo e indispensabile requisito per crescere è l’umiltà.
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Pasqua in Sicilia

I Riti della Passione a Biancavilla (CT)
La terra di Sicilia è uno scrigno che contiene tesori della cultura di valore inestimabile e non tutti sono conosciuti e valorizzati in maniera adeguata. Questo probabilmente è dovuto al fatto che le tecniche della comunicazione insegnano un po’ troppo a semplificare i messaggi col risultato che si dicono sempre le stesse cose a cicli ripetitivi: quando per esempio si occupano della Pasqua in Sicilia i media a livello nazionale parlano solo di Trapani o di Enna, mentre la Sicilia è ricchissima di eventi non meno interessanti e quindi meritevoli di essere scoperti e raccontati. Per la Pasqua del 2006 abbiamo deciso di andare a Biancavilla, in provincia di Catania, alle pendici meridionali dell’Etna, in una zona un po’ discosta dalle rotte del turismo di massa e proprio per questo meritevole della nostra attenzione.
A Biancavilla i Riti della Passione hanno una tradizione secolare, confraternite la cui origine si perde nel tempo, ricchezza di apparati e di oggetti devozionali e un seguito popolare non contaminato da frivole concessioni al turista di passaggio.

È in questa Sicilia minore che siamo certi di trovare le radici vere dello spirito che pervade l’isola nel periodo Pasquale, qui ci sarà materiale in abbondanza da raccogliere per raccontare con le immagini il fervore, la devozione e l’anima profonda della gente di Sicilia.

I fotografi partecipanti al workshop avranno la possibilità di lavorare fianco a fianco (con il rispetto e la discrezione dovuta) con i protagonisti delle processioni, vivere le loro emozioni, e grazie alla collaborazione di persone del luogo avere accesso anche alle fasi di preparazione degli eventi (preparazione di dolci tipici e gastronomia in generale, intreccio delle palme, riunioni delle confraternite, vestizioni, ecc.).

Per partecipare non è necessario avere attrezzature fotografiche mirabolanti, basta un qualunque mezzo di acquisizione delle immagini, quello che è veramente indispensabile è la curiosità che ci spinge alla ricerca, l’umiltà che ci permette di ascoltare per apprendere ed il rispetto che ci consente di capire per poi raccontare senza essere invadenti.

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